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Di questa serie si parla nell’articolo di Giulia Grechi, Lie to me – lo sguardo incorporato (p.60 di Brand Care magazine n° 004), e il personaggio di Carl Lightman è ispirato al Dottor Paul Ekman, psicologo studioso del comportamento umano e del linguaggio corporeo.
Le ricerche riguardanti cinesica, prossemica e semiotica evidenziano come le espressioni del corpo umano siano le stesse indipendentemente dalla propria cultura, dalla lingua che si parla e dal ceto sociale a cui si appartiene.
Di seguito alcuni promo della serie:
Molto interessante notare come in due dei promo vengano posti in evidenza i muscoli facciali che determinano le espressioni e come, in questo ultimo video, pur mixando i dettagli dei volti più diversi tra loro mentre provano la stessa emozione, si ottenga un risultato visivo percepito come coerente, sintomo del fatto che il mostrarsi delle proprie sensazioni sia universale.
Si può ancora approfondire l’argomento navigando sul sito ufficiale di Lie to me e guardando gli episodi della serie. Sul sito inglese si può anche testare la propria abilità a mentire e a riconoscere “i bugiardi”.
Leggi l’articolo su Brand Care magazine n° 004!
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Posted on: lunedì, marzo 22nd, 2010 by redazione
Categorie: Brand Care online | Comunicazione | Culture | News | Video.
Tags: Brand Care magazine | Brand Care online | bugia | carl lightman | cinesica | comportamento | Comunicazione | corpo | emozione | espressione | fox | Giulia Grechi | Industria culturale | lie to me | linguaggio | linguaggio corporeo | mentire | paul ekman | prossemica | psicologia | semiotica | sensazione | sentimento | viso | volto
[...] perché sto ri-vedendo le puntate della prima (unica?) serie di Lie to Me, sarà perché da sempre le “cose piccole” credo siano tra le più importanti, sarà [...]
[...] If you're new here, you may want to subscribe to my RSS feed. Thanks for visiting!Vi capita di pensare che preferireste morire piuttosto che salire sul bus, sulla metro o sul treno per pendolari all’ora di punta? [Io faccio spesso chilometri a piedi, pur di evitare lo stress che mi comportano tali situazioni] Siete mai saliti in ascensore con un estraneo provando l’irrefrenabile necessità di leggere più e più volte, per tutto il tragitto, la capienza e la portanza dell’apparecchio pur di evitare un incrocio di sguardi? Vi irritate se il vostro interlocutore parlando vi tocca continuamente la spalla o il polso? O se in una platea vuota qualcuno si siede proprio al posto accanto al vostro? Non vi preoccupate, non siete asociali: è questione di prossemica! [...]